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Amiel en langues étrangères - Nouveautés
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Amiel's Journal, the journal intime
of Henri-Frédéric Amiel
Mrs Humphry Ward, Macmillan,
Second edition - Londres 1885
ON LINE NOW
Tag für Tag
Intime Aufzeichnungen
Eleonore Frey Uebersetzung
Pendo Verlag - Zürich April 2003

NEUE AUSGABE

Amiel, Henri-Frederic
Diario intimo
Traduzione di Pino Mensi
Longo - Collana: Il Portico- Anno 2000
NUOVA EDIZIONE
Minibiografia y
Fragmentos de um Diário Íntimo
Texos de Filosofia e Literatura
Rodrigo Farias / "Azel"
TRECHOS
Philine, par Bernard Bouvier
Pages du Journal intime, Schiffrin, 1927
Traduzione di Franco Pool
Editore Armando Dadó - Anno 2005
PRIMA TRADUZIONE
Amiel oder Das gespiegelte Leben
Das Journal intime, die Frauen, die Stadt
Hans Peter Treichler
Verlag Neue Zürcher Zeitung
Zürich - November 2006
NEUE ABHANDLUNG

AMIEL'S JOURNAL

THE JOURNAL OF HENRI-FREDERIC AMIEL
TRANSLATED, WITH AN INTRODUCTION AND NOTES
By Mrs. HUMPHREY WARD

PREFACE TO THE SECOND EDITION.
In this second edition of the English translation of Amiel's "Journal Intime," I have inserted a good many new passages, taken from the last French edition (Cinquieme edition, revue et augmentee.) But I have not translated all the fresh material to be found in that edition nor have I omitted certain sections of the Journal which in these two recent volumes have been omitted by their French editors. It would be of no interest to give my reasons for these variations at length. They depend upon certain differences between the English and the French public, which are more readily felt than explained. Some of the passages which I have left untranslated seemed to me to overweight the introspective side of the Journal, already so full-to overweight it, at any rate, for English readers. Others which I have retained, though they often relate to local names and books, more or less unfamiliar to the general public, yet seemed to me valuable as supplying some of that surrounding detail, that setting, which helps one to understand a life. Besides, we English are in many ways more akin to Protestant and Puritan Geneva than the French readers to whom the original Journal primarily addresses itself, and some of the entries I have kept have probably, by the nature of things, more savor for us than for them. - M. A. W.

*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK AMIEL'S JOURNAL ***
Title: Amiel's Journal - Author: Mrs. Humphrey Ward Release Date: July, 2005 [EBook #8545] - [Yes, we are more than one year ahead of schedule]
[This file was first posted on July 21, 2003] Edition: 10 - Language: English - Character set encoding: ISO-8859-1


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TAG FÜR TAG - INTIME AUFZEICHNUNGEN
Übersetzung von Eleonore Frey
Pendo Verlag, Zürich 2003
ISBN 3858425559,
Gebunden, 309 Seiten, 24,90 EUR

ELEONORE FREY
Die am 18. Oktober 1939 in Frauenfeld geborene Eleonore Frey gilt als eine der wichtigsten Autorinnen der heutigen Schweiz. Nach dem Studium der Germanistik und Romanistik, welches sie mit einer Habilitation abschloss, hatte Frey Lehraufträge an der Universtität Zürich inne und leitete Veranstaltungen zur deutschen Literatur (bis 1997). Neben ihrer schriftstellerischen Tätigkeit machte sie sich einen Namen als Übersetzerin von französischer Literatur. Eleonore Frey lebt in Zürich. Freys Prosa ist durchdrungen von Rhythmik, Musikalität und Präzision. Besonders in „Schnittstellen" (1990) zeigt sie sich als virtuose Sprachspielerin. Neues Sprachverständnis bedeutet auch immer eine neue Weise der Weltsicht. So handeln ihre Bücher von der Schwierigkeit sich in einer Welt zurechtzufinden, in welcher es an eindeutigen Wahrnehmungen und Bedeutungen mangelt. Das Offensichtliche wird dabei besonders skeptisch betrachtet. Eleonore Frey geht den dornigen Weg der Querdenkerin.

KLAPPENTEXT
Ausgewählt von Leo Tolstoi; herausgegeben und mit einem Nachwort von Felix Philipp Ingold. Aus dem Französischen von Eleonore Frey. Nietzsche, Hofmannsthal und viele andere haben das Tagebuch von Henri-Frederic Amiel gelesen, bewundert und diskutiert. Erst nach dem Tod des Genfer Philosophieprofessors sind Auszüge aus dem fast 17000 Seiten umfassenden und über 30 Jahre geführten Tagebuch publiziert worden. Es ist das Zeugnis einer bewegten Epoche und ihres Zeitgeistes. Und es ist eines der wichtigsten Werke der europäischen Literatur. Tolstoi war so begeistert, dass er eine Auswahl getroffen und sie auf russisch herausgebracht hat, übersetzt von seiner Tochter.
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Amiel, Henri-Frederic - Diario intimo

Longo - Collana: Il Portico
n. 117 - Pagine 720 - Formato 17x24 - Anno 2000 - ISBN 8880632558
Argomenti: Biografie - Autobiografie - Diari - Interviste
Normalmente evaso in 1-2 gg. lavorativi

PINO MENSI,
nato a Milano nel 1919, già ordinario di Lettere negli Istituti Magistrali, può segnare al suo attivo una trentina di pubblicazioni: poesie, traduzioni, bibliografie, saggi e studi, nelle pagine dei quali si avverte a tratti una tale consonanza col severo mondo etico di Amiel da indurre a pensare che il famoso Diario intimo abbia trovato il traduttore ideale.

PREFAZIONE / INTRODUZIONE
La vita di Henri-Frédéric Amiel è povera di avvenimenti esteriori e si può riassumere in poche righe: è nato il 27 settembre 1821 a Ginevra. Suo padre Henri, negoziante, caduto in una profonda depressione per la perdita della moglie Caroline Brandt, morta di tubercolosi nel 1832, si suicida nel 1834 gettandosi nel Rodano. Amiel ha allora tredici anni. Affidato con le sorelle Fanny e Laura allo zio paterno Frédéric, rimane con lui sette anni. Frequenta il College di Ginevra e nel 1837 è ammesso, a soli sedici anni, all'Académie e si iscrive alla società studentesca di Zofìngue, attratto dalle sue idealità, ma presto deluso dalla superficialità e volgarità dei compagni. Finiti gli studi, nel 1841-42 viaggia per sette mesi in Italia, toccando Napoli, Roma, Malta, Livorno, Firenze, Bologna. Visita poi Parigi, la Normandia e la Bretagna, il Belgio, le rive del Reno, Heidelberg: qui si ferma dieci mesi e impara a fondo il tedesco. Nel 1844 si iscrive all'Università di Berlino e vi segue con entusiasmo i corsi di filosofia, filologia, estetica, teologia, geografìa, storia, tenuti dai grandi nomi dell'epoca. Nel 1845 visita la Danimarca e i paesi scandinavi; nel 1846 l'Olanda e la Germania occidentale. Finalmente, dopo brevi soggiorni a Vienna e a Tubinga, torna nel dicembre 1848 a Ginevra, dove vince il concorso per la cattedra universitaria di Letteratura francese ed estetica, cui è nominato il 10 aprile 1849. Gli rimane il gusto del viaggio: un po' per tutta la Svizzera (cantone di Vaud, Neuchâtel, Basilea, Losanna, Aigle, ecc.) e nella vicina Francia (Aix-les-Bains, la Savoia, ecc.), a Parigi e a Londra (1851 e 1862), a Torino (per Montpellier, Marsiglia, Genova nel 1853; per Susa, Pinerolo, Torre Pellice nel 1856), brevi ritomi a Heidelberg (1861 e 1870) e a Berlino (1863), ancora a Parigi (1867), in Olanda (dal 3 agosto al 24 settembre 1873), in varie stazioni termali, in Provenza (dal 3 dicembre 1874 al 17 aprile 1875). Ma insomma da Ginevra, se si tolgono le consuete villeggiature lungo il Lemano (specialmente attorno a Vevey, Ollon e Montreux) non si allontana mai, nonostante l'avversione che gli ispira il clima morale di quella città. Le delusioni accademiche e le incomprensioni di colleghi e superiori cominciano subito: nel 1850 deve coprire anche la cattedra di Filosofia, per la quale si sente meno preparato, e nel 1854, soppressa la cattedra di Estetica è definitivamente chiamato a quella di Filosofìa, che tiene, non sempre pago degli esiti ma con indefessa scrupolosità, fino alla morte, avvenuta, dopo anni di graduale e dolorosa decadenza fisica, l'11 maggio 1881.

I motivi psicologici principali che percorrono questa esistenza meditativa e solitaria sono il desiderio smanioso di sapere e di capire tutto, uomini e cose, la crescente insoddisfazione di sé, dell'ambiente in cui vive e del lavoro che lo lega a un'attività relativamente limitata e scarsamente apprezzata; il bisogno assillante di affetto e di riconoscimento, che si va gradatamente concentrando nella duplice aspirazione a un matrimonio degno dell'ideale umano e a un'opera degna di fama universale. L'una e l'altra destinate a rimanere inappagate, per l'altezza dell'ideale sognato e per l'irresoluta debolezza della volontà. La malinconia pensosa con la quale Amiel contempla queste sconfitte della sua sensibilità e della sua ambizione si traduce in uno scavo sempre più lucido e profondo nella struttura psichica dell'uomo e nei motivi segreti del suo essere e del suo agire; scavo che si affida - d'anno in anno sempre più indispensabile, irrefrenabile, impersonale - alle amiche pagine del diario. E il "Diario intimo" finisce così col sostituirsi a tutto ciò di cui Amiel sente la mancanza: diventa il confidente, il consolatore, il compagno, il giudice, il consigliere. Diventa, come dice con eleganza Bernard Gagnebin, una "rivincita sulla vita". Diventa l'opera che assicurerà ad Amiel l'agognata immortalità.

Tra il 1976 e il 1994 ne è uscita a Losanna la prima edizione integrale, in dodici volumi di più di mille pagine l'uno (il manoscritto, come si sa, ne comprende circa 16900). Impossibile pensare a un'edizione italiana completa dell'opera: chiunque voglia approfondire lo studio della personalità dell'autore o farsi un'idea precisa della vita culturale e del costume ginevrino nella seconda metà dell'Ottocento dovrà ricorrere a questa accuratissima edizione, che rimarrà, forse per secoli, il punto di riferimento obbligatorio di ogni studio amieliano.

Tuttavia, terminata la ventennale lettura, l'idea, più volte affacciatasi mentre annotavo per mio diletto passaggi, pensieri, immagini particolarmente felici, di ricavare dai dodici volumi una scelta meno avara di quelle reperibili in Italia (derivate dai "frammenti" già pubblicati a Ginevra e a Parigi') e soprattutto tale da rappresentare più compiutamente la sfaccettata individualità dell'autore, mi si ripresentò imperiosa, allettante ma anche allarmante per la vastità dell'opera e per la responsabilità dell'antologista e del traduttore.

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Fragmentos de um Diário Íntimo
por Henri-Frédéric Amiel

Tradução de Mário D. Ferreira Santos, publicado como Diário Íntimo pela Ediouro
Ed. Globo, Porto Alegre, 1950
Minibiografia y Fragmentos de um Diário Íntimo
Alguns textos ainda não estão disponíveis - Texos de Filosofia e Literatura - Rodrigo Farias / "Azel"

MINIBIOGRAFIA
Nascido a 27 de setembro de 1821, em Genebra, Suíça, Henri-Frédéric Amiel é lembrado ainda hoje menos por seu talento como professor de Estética e Filosofia em sua cidade natal do que pela obra-prima de introspecção e auto-análise que foi o seu diário pessoal. Iniciado no final de 1847, quando o autor ainda era estudante da Universidade de Berlim e estava, nas palavras de Bernard Bouvier, "em um período de plena posse de si mesmo, de segurança e de equilíbrio" — qualidades que se revelam nas suas anotações, que alcançaram, no final de sua vida, o considerável volume de 173 cadernos e 14 000 páginas, somando-se aí alguns esboços anteriores de um registro regular de suas atividades. Mas é só a partir desse ano de 1847 que o Diário Íntimo (Journal Intime), como ele o denominou, ganha regularidade e maior dedicação do futuro professor, a ponto de se tornar sua realização favorita e companheiro inseparável até sua morte, em 1881. E tudo terminaria aí, não fosse a iniciativa de alguns editores de publicar trechos desse livro de contas de toda uma vida, sob o título Fragmentos de um Diário Íntimo, em dois volumes, no ano de 1883. A partir daí, viriam edições cada vez maiores que tornariam o tímido professor de Genebra uma celebridade mundial.
O que ele tinha tanto para anotar? De tudo um pouco. Quem quer que passe os olhos pelos registros do seu diário irá encontrar, além de um resumo das atividades cotidianas de Amiel, divagações filosóficas, críticas literárias, impressões sobre pessoas, autores e lugares, o deslumbre ante a natureza e, naturalmente, os desabafos, dilemas e dúvidas de uma pessoa altamente sensível e por vezes tímida e melancólica, mas vigorosa na defesa de idéias e no cultivo do intelecto. Em várias passagens do diário, lemos referências e análises críticas de autores célebres em seu tempo, como Renan e Naville, entremeadas das dissertações do próprio Amiel sobre seus ideais românticos, as lutas entre seus valores e certas tendências da sociedade, além dos conselhos que ele mesmo se dava, em tom imperativo, como num livro de máximas — e também o registro das ocasiões em simplesmente contrariava tudo isso. Certos apontamentos e confissões, se feitos hoje em dia, poderiam perfeitamente sair do caderno de algum adolescente: a idealização do sexo oposto, o anseio por ser amado, o esforço para disciplinar o desejo tentado pelo apelo fácil da promiscuidade... Afinal, certas angústias são as mesmas ontem e hoje.
Na modesta seleção apresentada aqui, decidimos enfatizar os trechos em que o autor fala de religião e amor. São partes onde vemos suas aspirações mais altas ao lado de sua parte mais humana, sentimental — justamente aquele lado que todos nós, a despeito de imensas variedades de intensidade e natureza, temos em comum.


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Philine, Frammenti del Diario intimo
Traduzione di Franco Pool - Prefazione di Daria Galateria
Editore Armando Dadó - Anno 2005
Tra le novita esposte alla Fiera del libro (Torino, Maggio 2005), l'etichetta locarnese
fondata e direttaa da Armanda Dadò, con figli Fiorenzo e Luca, sta proponendo
una vera e propria "chicca" (La Prealpina 8 Maggio 2005)


FRANCO POOL
Nato a Poschiavo nel 1932, si è laureato in lettere a Zurigo nel 1958. Docente di italiano alla Scuola Magistrale di Locarno, ha in seguito iretto i programmi culturali della Radio svizzera di lingua italiana nella sed di Lugano.

NOTA DEL TRADUTTORE
D'intesa con l'Editore abbiamo deciso di includere nella traduzione di Philine l'Introduzione che il grande critico Edmond Jaloux scrisse per la scelta delle pagine tratte dalle quasi 17'000 del diario lasciato da Henri-Frédéric Amiel e pubblicate nel 1927 da Bernard Bouvier nelle edizioni della Pléiade. Quel saggio, oltre al merito di farci conoscere le commoventi lettere indirizzate ad Amiel da Marie Favre – Philine ne è l'affettuoso soprannome mutuato dal Wilhelm Meister di Goethe –, ha conservato, soprattutto per il lettore di cultura italiana, tutta la sua attualità: esso segue di pochi anni la prima edizione dei tre volumi di Fragments d'un journal intime, su cui si fonda la fama postuma del moralista ginevrino, e dà conto del dibattito culturale che essi suscitarono nel mondo intellettuale francese, dove da allora Amiel è considerato un classico. I tre volumi furono ristampati più volte, e si ebbero altre edizioni parziali: ma dovette trascorrere un secolo dalla morte dello schivo professore di filosofia, avvenuta nel 1881, prima che un editore, L'Age d'Homme di Losanna, affrontasse la pubblicazione integrale del suo Journal intime in 12 ponderosi volumi. Lo stesso editore in quegli anni ripropose anche Philine in una collezione di tascabili.
Fuori dell'ambito culturale francese, e in particolare in Italia, Amiel è rimasto a tutt'oggi inspiegabilmente malnoto e trascurato dalle maggiori case editrici. Ciò giustifica, oltre all'inclusione delle pagine introduttive, anche il rispetto d'un criterio adottato all'epoca da Edmond Jaloux nella sua scelta: di non limitarsi strettamente al rapporto tra Amiel e Marie Favre, ma di conservare le riflessioni, descrizioni, osservazioni e persino le minute annotazioni sulla vita quotidiana contenute nelle stesse pagine, che rivelano la complessità e la ricchezza del diario, formando il controcanto al tema principale intimamente drammatico.
Alle poche note a piè di pagina fatte dal Jaloux al testo, e indicate corne «note originali», sono state aggiunte le traduzioni dei frequenti testi in tedesco, che Amiel amava citare.

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Amiel oder Das gespiegelte Leben
Das Journal intime, die Frauen, die Stadt
Hans Peter Treichler

Verlag Neue Zürcher Zeitung - Zürich - November 2006

BIBLIOGRAPHIE UND NACHWEISE

Die Geschichte eines tragischen Lebens und einer unerfüllten Liebe aus dem 19. Jahrhundert. Henri-Frédéric Amiel, melancholischer Philosophieprofessor und Poet in Genf, flüchtet vor dem Leben in sein Tagebuch. Es macht ihn berühmt – aber erst nach seinem Tod. Hans Peter Treichler bringt das «Phänomen Amiel» einem deutschsprachigen Publikum näher. Für Henri-Frédéric Amiel, den melancholischen Junggesellen, scheinen Liebe und Ehe so unerreichbar wie das grosse literarische Werk, das seine Freunde von ihm erwarten. Aber im Genf des Sommers 1860 steuert sein Leben auf eine Entscheidung zu. Von der geheimnisvollen Marie Favre verspricht sich der 39-Jährige die Einweihung in die körperliche Liebe. Die unscheinbare Louise Wyder bringt ihm Bewunderung und unverbrüchliche Hingabe entgegen; beide hoffen auf eine Zukunft zu zweit. Ein Konflikt, vor dem sich Amiel in die Seiten seines Tagebuchs flüchtet.
Hans Peter Treichler stützt sein fesselndes Porträt auf Amiels weltberühmt gewordenes Journal intime. Er zeichnet einen grüblerischen Selbstbeobachter, dem aber, wenn er für einmal die «schwarzen Falter der Melancholie» verscheucht hat, witzige, tiefsinnige und prophetische Einsichten zufliegen. Über das Leben, die Liebe und die geliebt-gehasste Heimatstadt Genf. Und über die Frauen.
«Eine Frau möchte geliebt werden ohne Warum und Weshalb. Nicht weil sie hübsch ist oder gut, nicht wegen ihres Benehmens, ihrer Anmut, ihres Geistes, sondern weil sie sie selbst ist.» Henri-Frédéric Amiel